_Lo sguardo di una insider
_Una guida contemporanea al meglio di Verona
_Dodici passeggiate lente alla scoperta della città tra musei, lirica, resti romani, shopping, buon cibo e l’anima a posto
“Ho scritto Verona una guida”, racconta l’autrice, “perché la città mi è entrata nel cuore da studentessa e ho pensato di raccontarla anche a voi, con lo stesso amore con cui continuo a viverla”.
Sara Rovera, si laurea in Lettere moderne e in Scienze della comunicazione a Venezia. Avida lettrice e appassionata di cucina, viaggiare è per lei una delle passioni più grandi, che coltiva fin da quando era molto piccola. Dopo aver vissuto e studiato in Australia, rientra in Italia e si trasferisce a Verona, dove completa gli studi con la laurea magistrale in Editoria e giornalismo. Lavora come direttrice marketing di un’azienda italiana che si occupa di design e arredamento, e segue il ramo estero del reparto commerciale.
Gli imperdibili di Verona
1. Vedere uno spettacolo di opera lirica all’Arena. Perché in un contesto d’eccezione come quello dell’anfiteatro veronese, trascorrere una serata sulle note della musica lirica, con negli occhi i colori delle maestose scenografie e sopra il capo un tappeto di stelle è un’emozione intensa e unica, che saprà lasciare dentro di voi un ricordo indelebile!
2. Visitare il meraviglioso museo di Castelvecchio. Perché attraverso la sua preziosa collezione di opere d’arte racconta la storia della città e dei suoi personaggi e artisti più illustri… e perché percorrere i cammini di ronda che delineano il perimetro della fortezza è un’esperienza da non perdere.
3. Andare alla ricerca dei luoghi che hanno segnato la vicenda di Romeo e Giulietta. Perché se come dice Romeo “there is no world without Verona walls”, è proprio all’interno delle mura del centro storico che la vicenda dei due giovani e sfortunati amanti shakespeariani conserva i suoi luoghi simbolo e la sua suggestione più ampia. Se avete l’occasione, portate con voi una copia della tragedia, così da poterla leggere nelle soste più simboliche della vostra passeggiata: state certi che già dal primo verso la magia avrà inizio.
4. Visitare l’imponente basilica di San Zeno, uno dei simboli più amati e partecipati della città di Verona. Per rintracciare le meravigliose opere custodite nella basilica, per scoprire di più sulla storia e le leggende che hanno accompagnato il sorridente vescovo moro, patrono della città, e per gustarsi una pausa rilassata comodamente seduti su una delle panchine di cui si puntella la grande piazza antistante la Basilica, che in occasione del carnevale si pone incentro alle tradizioni e al loro perpetuarsi.
5. Assaporare i piaceri della tradizione attraverso un buon risotto all’Amarone. Perché dopo aver fatto una passeggiata rilassante lungo le sponde dell’Adige non c’è niente di meglio che concludere la serata davanti a un piatto di risotto. Perché a Verona l’arte dell’ospitalità passa prima di tutto attraverso la tavola e il risotto, qui, è una vera istituzione, che parla delle origini e del genuino savoir vivre cittadino! Perché, dopotutto, come dice George Bernard Shaw: “Non c’è amore più sincero che quello per il cibo”.
TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro
Arche Scaligere di Verona
Quando un monumento funebre racconta la storia di una città intera
1) Arca di Cangrande I della Scala. L’arca dell’illustre Signore Scaligero che aveva aperto la sua dimora ai più importanti artisti dell’epoca, tra cui anche Dante Alighieri, è la tomba monumentale più conosciuta di tutta Verona. Con il passare del tempo la sua iconica e sorridente statua equestre è divenuta uno dei simboli più amati della città: non tutti sanno però che la statua che sovrasta il sarcofago di Cangrande I è, in realtà, una copia fedele dell’originale che, per essere preservata dalle intemperie, è stata spostata nel museo di Castelvecchio.
2) Arca di Mastino II. Tre sono le caratteristiche principali che differenziano l’arca di Mastino II da quella dello zio Cangrande I. Per prima cosa la tomba di Mastino II si trova all’interno della cancellata in ferro battuto che delimita il cimitero scaligero, mentre quella di Cangrande è posta al di sopra della porta laterale della chiesa di Santa Maria Antica. La seconda caratteristica è legata al momento in cui le arche iniziarono ad essere costruite: mentre Mastino II fece iniziare la costruzione della sua tomba funebre quando era ancora in vita, la costruzione della tomba di Cangrande iniziò dopo la morte del signore. L’ultimo dettaglio è infine da ritrovare nelle espressioni delle statue che sovrastano i sarcofagi: l’espressione sorridente di quella di Cangrande si pone in netta contrapposizione con quella di Mastino II che è del tutto celata alla vista tramite un elmo chiuso.
3) Arca di Cansignorio. Tra le tre arche che svettano vicino alla chiesa di Santa Maria Antica, quella di Cansignorio è senza dubbio la più grande e la più ricca di dettagli. Anche lui come il padre Mastino II, si occupò quand’era ancora in vita della costruzione del suo mausoleo che però, l’anno della morte, non sembrava avesse raggiunto un livello di assoluta compiutezza.
4) Arca di Castelbarco. Conosciuta anche con l’appellativo di “arca rossa”, questa tomba fu quella prediletta e più celebrata dallo scrittore e critico britannico John Ruskin. Antecedente a quella di Cangrande di almeno nove anni, con buona probabilità fu assunta come modello a cui rifarsi per la costruzione della arche di Cangrande I, Mastino II e Cansignorio.
5) Arca di Guinicello. È un arca veronese poco conosciuta che riposa all’ombra del cortile adiacente alla chiesa di santa Anastasia, che un tempo era stato l’originario ingresso al convento dei domenicani. Per vederla basta attraversare l’arco di ingresso che separa il cortile dalla piazzetta antistante la chiesa di Santa Anastasia.
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