_Lo sguardo di una insider
_Una guida contemporanea al meglio di Parma
_Dieci passeggiate lente tra musei, musica, giardini, buon cibo e con l’anima a posto
_Svelano i loro luoghi del cuore di Parma: Guido Conti, Marzio Dall’Acqua, Armando Minuz, Tito Pioli e Valerio Varesi.
“Ho scritto Parma una guida”, racconta l’autrice, “per capire cosa mi aveva stregato di questa città quando l’ho incontrata la prima volta e cosa mi manca ora che l’ho lasciata”.
Chiara Bombardieri è nata e cresciuta in Franciacorta, ma si è trasferita a Parma nel 1999 per studiare beni culturali e vi ha vissuto per undici anni, in 33mq stipati di libri e di pentole. Il suo cuore batte ancora per Parma (soprattutto se c’è di mezzo una partita di calcio), anche se adesso vive (e corre) a Reggio Emilia, dove si occupa del patrimonio storico (biblioteca, archivio e museo) dell’ex ospedale psichiatrico San Lazzaro.
Gli Imperdibili di Parma
1. Godersi una cena tipica, con un ricco menu che comprenda tutti i prodotti tipici certificati che Parma può offrire, gustando con calma i sapori senza tempo della pasta ripiena, dei salumi ricercati e, ovviamente, del Parmigiano reggiano.
2. Passeggiare nel Parco Ducale e, se il meteo lo consente, fermarsi nel prato o su una panchina, bere qualcosa nel bar centrale e osservare la città che vi passa davanti agli occhi: gli studenti universitari che corrono a lezione, i bambini sui giochi, gli sportivi che corrono, le signore in bicicletta…
3. Visitare il complesso della Pilotta, già palazzo dei duchi e ora luogo di cultura che ospita il museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina e il museo Bodoniano, la galleria Nazionale e lo stupefacente Teatro Farnese; e, dopo aver passato un paio d’ore nelle sale silenziose, uscire e immergersi nei colori del vicino mercato della Ghiaia.
4. Fare un tuffo nel Medioevo, per esempio ammirando il Duomo con la Deposizione dell’Antelami e i suoi fantasiosi capitelli o il Battistero con le sue splendide sculture. A meno che non siate studenti dell’Università locale: vox populi vuole che chi entra in Battistero da studente non si laureerà mai sotto il cielo di Parma…
5. Muoversi per la città in bicicletta, come fanno i parmigiani, per spostarsi comodamente da un punto all’altro e per godersi, mentre si pedala, il panorama della città che cambia e i colori e i profumi dei suoi quartieri.
TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro
I modi di dire di Parma
Cinque espressioni da conoscere per orientarsi nella parlata locale
1. Lo/la godo: in italiano il verbo godere sarebbe intransitivo, ma a Parma per dire che una cosa piace si usa dire che “la
godo”. È riferibile a cose o persone, per cui se vi dovessero dire che “il prof ti gode”, bando alla malizia: intendono solamente dire che gli andate a genio.
2. Mi sa briga: non aver voglia (di fare qualcosa). Taluni, nella foga del discorso, lo coniugano come un verbo a sé (per
esempio: “mi sabrigava”, voce del verbo “sabrigare”); l’Accademia della Crusca non si è ancora pronunciata, ma noi
di incentro vi suggeriamo il più classico “mi sapeva briga”.
3. Nador: letteralmente, anatroccolo. Se vi danno del “nador” non è proprio un complimento: intendono dire che siete
una persona un po’ sciocca.
4. Mi stai rampando su per una braga: la braga in questione è quella dei pantaloni e l’espressione, nota anche con alcune varianti (come “andare su per la braga”) indica che state rompendo le scatole, e la persona che ve lo dice è vicina al
suo limite di sopportazione.
5. Fogone: impossibile passare fuori da una scuola, la mattina, senza sentirla, perché è una delle parole più amate dagli
studenti un po’ svogliati: “fare fogone”significa bigiare scuola; anche in questo caso, i linguisti improvvisati più
creativi hanno creato il verbo “fogonare”.
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