- Descrizione
- Gli imperdibili di Gorizia
- TOP5 Gorizia, inedite e originali classifiche delle guide incentro
- TOP5 Collio
_Lo sguardo di una insider
_Una guida contemporanea al meglio di Gorizia, il Collio e la Brda slovena
_Sette passeggiate lente alla scoperta di Gorizia tra Mittel Europa, vecchi confini, opere d’arte, musei, lo shopping, buon cibo e l’anima a posto.
_Tre itinerari storico-enogastronomici raccontano un Collio inedito dove si confondono chiese e orange wine, borghi raccolti e cantine, passioni e confini.
_Svelano i loro luoghi del cuore di Gorizia e il Collio: Franco Dugo, Elda Felluga, Hans Kitzmüller, Matteo Oleotto, Alessandra Vuga
“Ho scritto Gorizia e Collio una guida”, racconta l’autrice, “per dare voce alle tante piccole storie personali che si intrecciano con la grande Storia, onnipresente in questa città, l’unica in Europa ad avere una piazza divisa tra due stati, l’Italia e la Slovenia”.
Valentina Bassanese, nei suoi cinque anni nel capoluogo isontino come studentessa del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, ha girato in lungo e in largo la provincia goriziana vivendo in prima persona la dissoluzione del confine orientale. Interessata all’antropologia, alla cooperazione internazionale e a modelli alternativi a quelli occidentali ha vissuto in Cina, Mauritania, Niger e Spagna. Ha da poco terminato la sua collaborazione con Slow Food che le ha permesso di entrare a contatto con il mondo della produzione enogastronomica di qualità, visitando i piccoli produttori virtuosi e dando loro visibilità raccontandone le storie. Per Odòs ha pubblicato le guide Istria slovena e croata e Trieste una guida.
Gli imperdibili di Gorizia
1. Con un piede in Italia e uno in Slovenia in piazza Transalpina. Una piazza, due stati. Questo è il tratto distintivo di Gorizia e ciò che la rende unica in Europa e basterà guardare una mappa della città per rendersene conto: Gorizia e la sua gemella Nova Gorica non sono due città sul confine, sono loro stesse ‘confine’. Un confine che fino a poco più di dieci anni fa divideva due mondi, l’est dall’ovest, l’Oriente dall’Occidente e di cui oggi rimane un mosaico nel centro della piazza, location ideale per scattare una foto letteralmente con un piede in Italia e uno in Slovenia. Se poi vi fosse venuta voglia di approfondire, entrate in stazione e perdetevi tra i cimeli e le foto del museo sul Confine.
2. A spasso tra la memoria ebraica della città nella sinagoga di via Ascoli. L’eleganza di questa piccola via alle spalle di palazzo Attems Petzenstein ci riporta indietro ai tempi del ghetto, qui istituito nel 1698 e di cui rimangono i bellissimi balconi in ferro battuto, le mezzuzah sugli stipiti dei portoni d’ingresso delle case e la più antica sinagoga di tutta la regione, eretta nel 1756. Fatevi inebriare dalla luce che irrompe nell’aula della preghiera al primo piano dalle ampie finestre che si stagliano ai suoi lati, cinque come i libri del Pentateuco.
3. Per toccare con mano le Teste di carattere di Messerschmidt a palazzo Coronini Cronberg. In assoluto le opere d’arte più importanti di tutta la città (nonché le uniche in Italia) sono conservate nella splendida cornice di palazzo Coronini Cronberg, sulla via che porta verso le dolci colline del Collio. Di una contemporaneità sconcertante, sono state realizzate nel XVIII secolo e ritraggono il grande artista, che soffriva di schizofrenia, mentre fa delle smorfie allo specchio per allontanare i demoni gelosi della sua arte. Completate l’esperienza toccandole con mano, grazie alle copie delle teste realizzate per gli ipovedenti dall’Associazione Italia Nostra.
4. Dove tutto ebbe inizio, Borgo Castello. Arrampicatevi in cima al colle per vedere tutta la città, Nova Gorica, le colline del Collio e della Brda in Slovenia, per spaziare con lo sguardo fino all’orizzonte e per poi tornare con gli occhi e con il cuore qua, nel primo centro abitato di Gorizia, divenuto città nel 1307 per volere del conte Enrico II. Per conoscere meglio la sua storia passata, presente e forse anche futura, visitate l’immenso patrimonio custodito nei musei Provinciali, ammirate quello che resta delle antiche case del Borgo, fatevi emozionare dalla chiesa di Santo Spirito e salite su e ancora su, fino al castello e ai segreti che custodisce.
5. Sotto gli alberi di parco Basaglia. Un angolo verde dimenticato o forse rimosso dalla collettività perché racconta una storia di disagio, è in realtà un luogo ricco di una particolare e bellissima energia, dove ebbe inizio la rivoluzione psichiatrica di Franco Basaglia che oggi, all’ombra dei suoi alberi secolari, rinasce nel Centro di Salute Mentale qui da poco trasferito e nei bellissimi progetti di inclusione sociale della cooperativa Il Grande Carro.
TOP5 Gorizia, inedite e originali classifiche delle guide incentro
I più grandi pittori goriziani di tutti i tempi
Ovvero come entrare nel vivo dell’arte goriziana a cavallo tra due secoli
1)Giuseppe Tominz. Il più grande ritrattista della Venezia Giulia asburgica, nacque a Gorizia nel 1790 e grazie all’arciduchessa Marianna d’Austria, sorella dell’Imperatore Francesco I, che notò il suo innato talento, trascorse gli anni
della formazione a Roma, dove conobbe grandi artisti del calibro di Hayez e Ingres. Rientrato a Gorizia nel 1819, riceverà
numerose commesse dalle gerarchie ecclesiastiche e civili del suo tempo che vedevano in lui un affermato artista.
Ritrasse funzionari, alti prelati, nobili, borghesi con un’attenzione particolare al loro aspetto psicologico e con
la volontà di far emergere sulla tela i loro tratti salienti.
2)Italico Brass. Nato nel 1870 da Maria Happacher e Michele Brass, commerciante di vini che voleva impiegare il figlio nella sua stessa attività, intraprese la strada della pittura andando a studiare a Monaco di Baviera e divenendo allievo del paesaggista Karl Raupp. Dopo un periodo a Parigi si trasferì a Venezia, città a cui si legherà profondamente e che sarà il soggetto principale dei suoi quadri, nei quali riecheggia lo stile dei grandi Maestri vedutisti veneti del Settecento.
3)Rudolf Saksida. “Pittore cantastorie” come lo definiva il suo maestro Tullio Crali, nacque a Gorizia nel 1913 dove iniziò la sua carriera artistica negli anni Trenta affascinato dall’aeropittura futurista, di cui Crali era il più celebrato esponente,
e con lui nel 1942 espose alla Biennale di Venezia nella sala dedicata proprio all’aeropittura. Capace di sintetizzare
in sé e nella sua arte la cultura slovena e quella italiana, sperimentò varie forme espressive: dalla cartellonistica
pubblicitaria alla pittura, dalle xilografie e collage agli oggetti decorati a mano.
4)Rodolfo Battig (detto Melius). Nacque nel 1894 nel quartiere di Borgo Castello e fin da giovanissimo iniziò a lavorare
per aiutare la sua famiglia di umili origini, diventando stampatore presso la tipografia di Giovanni Paternolli. Fu
prigioniero in Russia durante la Grande Guerra e a quel periodo di agonizzante attesa si deve la sua devozione all’arte,
che lo porterà a vagare per l’Italia e l’Europa inseguendo il suo sogno e nascondendosi dietro l’enigmatico pseudonimo
Melius.
5)Giuppi Grinover. Questa eccellente pittrice nata a Cormons nel 1896, si diplomò all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, esordendo nel 1922 nella mostra d’arte allestita a Gorizia per commemorare il poeta Vittorio Locchi, autore della
Sagra di Santa Gorizia. Vicina al gruppo di giovani della Scuola Friulana di Avanguardia, la possiamo ammirare nella pinacoteca con il suo enigmatico Donna seduta, eseguito nel 1935 in occasione all’omaggio degli artisti locali a
Sofronio Pocarini.
TOP5 Collio
Art&Wine
Ovvero come elevare la produzione vitivinicola ad arte tra Italia e Slovenia
1)Medana Art Circle, Medana. Da anni il paese che diede i natali a Gradnik ospita le colonie di pittura, delle giornate
di performance d’autore dove gli artisti provenienti da tutto il mondo lasciano la loro traccia colorata dipingendo
le botti e le barrique delle cantine sparse in tutta la Brda. Andate a dare un’occhiata alla mostra a loro dedicata nella
restaurata Vila Vipolže.
2)Le etichette del Vino della Pace, Cormòns. Dal 1986 la Cantina Produttori di Cormòns ha creato un vino speciale, il Vino della Pace, realizzato con le uve provenienti da tutto il pianeta e imbottigliato ogni anno con un’etichetta creata
da un artista diverso: grandi nome dell’arte e della cultura come Arnaldo Pomodoro, Anton Zoran Mušic e Dario Fo
hanno condiviso il messaggio e hanno contribuito all’ideale di unire in una bottiglia arte, vino e pace.
3)Vigne Museum, abbazia di Rosazzo. Per celebrare i 100 anni del padre dell’enologia friulana, Livio Felluga, i suoi
figli gli hanno dedicato nel 2014 il primo percorso artistico fra le vigne in Friuli, un’installazione ideata dall’architetto
Yona Friedman e dal videoartista Jean-Baptiste Decavèle che nella fusione degli anelli di ferro con le 100 barbatelle
messe a dimora per l’occasione, racconta del viscerale legame dell’uomo con la sua terra.
4)Jazz & Wine of Peace, Cormòns. Un festival che fa incontrare il vino con la musica jazz nei luoghi più suggestivi della regione, castelli, dimore storiche, cantine, che aprono per l’occasione e ospitano serate dove la magia si respira a pieni polmoni ormai da diciannove anni.
5)Un sorso lungo un anno: ovvero il vino, la vite, i viticoltori di Dolegna del Collio. La brava regista triestina Alessandra Scaramuzza ha realizzato un documentario che spiega con passione e rispetto il grande lavoro che sta dietro ad ogni bicchiere di vino raccontando la storia di un viticoltore di Dolegna del Collio, che la regista ha intervistato e seguito
lungo un intero anno.
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