_Lo sguardo di una insider
_Una guida contemporanea al meglio di Brescia
_otto passeggiate lente tra arte, musei, racconti, archeologia, buon cibo e con l’anima a posto.
_Svelano i loro luoghi del cuore di Brescia: Lilia Bicec, Paola Carmignani, Chiara Padova Fasser, Renzo Mosca e Gianni Simoni.
“Ho scritto Brescia una guida”, racconta l’autrice, “per dare voce alla bellezza della mia città. Una città che ho imparato a conoscere e amare nel tempo e che, grazie a questa guida, ho riscoperto”.
Laura Gabusi è nata e vive a Brescia. Dopo essersi laureata a Parma in Lettere Moderne ha lavorato per alcuni anni a Milano nel mondo dell’editoria. Oggi si occupa di marketing e comunicazione per la sede italiana di una multinazionale, ma il suo primo amore rimane la carta stampata… di ogni genere e formato.
Gli Imperdibili di Brescia
1. Salire a piedi fino al Castello. Non fatevi spaventare dalla salita: la pendenza è dolce e la passeggiata estremamente piacevole, soprattutto se la temperatura è mite. Perdetevi tra i vicoli che salgono verso la sommità del colle Cidneo, alla scoperta di scorci suggestivi e angoli caratteristici. Una volta raggiunti i bastioni del Castello, la vista della città dall’alto è impagabile. Provate a riconoscere tra i tetti il profilo delle chiese e dei monumenti del centro storico.
2. Contare le gemme incastonate nella croce di re Desiderio. Ve lo diciamo noi, sono 212. Accostatevi alla grande teca di vetro che custodisce la croce nell’antica chiesa di Santa Maria in Solario e provate a osservare da vicino la moltitudine di gemme, pietre, paste vitree e decorazioni a sbalzo che la impreziosiscono: ognuna ha una storia che riporta a epoche lontane, dall’età romana al tardo Medioevo. Se aguzzate la vista, riuscirete a distinguere sulle loro superfici figure mitologiche (come la Vittoria Alata), ritratti e simboli cristiani, incisi o dipinti da mani esperte.
3. Sostare in silenzio davanti alla Vittoria Alata. È probabilmente il simbolo più famoso della città e Brescia ha da poco festeggiato il suo ritorno, dopo un restauro durato alcuni anni all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Non potete quindi perdervi una visita alla cella orientale del tempio Capitolino, dove la statua alata ha finalmente trovato dimora. Ammiratela nel suo rinnovato splendore.
4. Passeggiare tra le strade del Carmine, alla scoperta di capolavori nascosti e piccole botteghe di artigianato artistico. Tuffarsi nel cuore pulsante di questo storico quartiere multietnico del centro, con i suoi colori, le sue voci e gli odori, che evocano paesi e culture lontane.
5. Ordinare un pirlo per l’aperitivo. Un mix di vino bianco fermo, Campari (o Aperol, secondo i gusti) e acqua gassata, da sorseggiare comodamente seduti ai tavolini di un locale tipico del centro oppure in piedi, direttamente sulla strada, immersi nel vociare allegro della movida. Un rituale irrinunciabile per chi desidera sentirsi bresciano DOC, almeno per una sera.
TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro
TOP 5 I vicoli del Carmine
Molte delle strade che attraversavano il Carmine avevano in origine nomi diversi, che facevano riferimento per esempio alle attività commerciali o ai nomi di famiglie che vi risiedevano. Nel 1909 si decise di rivedere la toponomastica delle vie della città, cambiandone la denominazione. I nomi originari sono rimasti però nella memoria storica dei bresciani. Ve ne segnaliamo alcuni.
1. Rua Sovera: prima degli sventramenti attuati nell’Ottocento per risanare la zona, questo stretto vicolo era la principale via di accesso a piazza della Loggia da via San Faustino (che un tempo terminava all’altezza di via Elia Capriolo). Il termine ‘sovera’ deriva da soyari, ovvero i bottai che probabilmente esercitavano la professione in questa strada.
2. Rua Confettora: insieme a rua Sovera, è l’unica via che ha mantenuto il toponimo originario. La sua posizione è in realtà marginale rispetto al Carmine vero e proprio (si trova sul lato opposto di via San Faustino), ma può essere considerata parte dello stesso contesto. Questa strada era occupata dai conciatori di pelli (i confectores, appunto), molto presenti nel quartiere. Le abitazioni di questi artigiani erano caratterizzate da altane (o baldresche), terrazze dove le pelli venivano stese al sole per essere essiccate.
3. Vicolo del Vituperio: si tratta dell’antica denominazione di via Ventura Fenarolo, il vicolo che si apre esattamente di fronte alla chiesa di Santa Maria del Carmine. L’appellativo allude alle prostitute che in antichità frequentavano la via.
4. Canton dei Bombasari (o dei cotonieri): indicava l’incrocio tra via delle Battaglie e via Elia Capriolo. Il nome si riferisce ai tessitori di cotone, i cui filatoi venivano alimentati dalle ruote idrauliche presenti in zona.
5. Canton d’Adam: così veniva indicato in passato l’incrocio tra contrada del Carmine e via delle Battaglie. Adam (o Adamo) Castelli era il nome di uno speziale che possedeva una farmacia nei dintorni.
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