Ancona e il Conero una guida

TOP5, inedite e originali classifiche delle guide incentro

I piccoli paradisi del mare
Per gli amanti delle spiagge solitarie, che vogliono immergersi nell’ambiente naturale e godere di vedute ineguagliabili per bellezza e magia, proponiamo cinque approdi meno noti, perché raggiungibili praticamente solo via mare (o via terra da sentieri spesso chiusi perché inagibili: verificate dunque di volta in volta la possibilità di praticarli). Sono spiagge non attrezzate, per cui si consiglia di portare scarpe da scoglio, crema solare e acqua; il momento migliore è la mattina, quando il monte non ha ancora portato l’ombra.

1. La grotta Azzurra del Passetto, naturali riflessi di luce. Accessibile dal tratto di mare sotto al parco del Cardeto, venendo da Ancona (o da un sentiero che si trova salendo dal Monumento ai Caduti, lungo la via Panoramica, all’altezza del civico 5), è chiamata così perché al suo interno la luce crea particolari riflessi azzurri: azzurro è il cancello e azzurre sono le pareti interne, decorate dallo street artist Andre The Spider con graffiti che rimandano a creature marine stilizzate o antropomorfe; azzurro è il soffitto in cui sono riprodotte le costellazioni che realmente si possono vedere nel cielo sopra la grotta. Questo antro, lungo circa cinque metri e largo altrettanti, ha ospitato anche eventi come filmati e danze: dagli anconetani è definita la ‘Cappella Sistina de nialtri’ (noi altri).

2. Gli Scogli Lunghi, canali di roccia lungo la spiaggia. La spiaggia prende il nome dalle lunghe e bianche scogliere, parallele alla costa, che appaiono e scompaiono a seconda della marea e creano dei canali navigabili naturali molto suggestivi, specialmente con il mare in burrasca. Sono la continuazione verso sud, insieme alla Scalaccia (vedi punto 4), del paesaggio delle grotte, ma a queste ultime “rubano la scena” per la loro grandiosità. La spiaggia è raggiungibile dal Monumento ai Caduti da via Santa Margherita, verso Pietralacroce: arrivati sulla sommità di questa strada poco prima dell’incrocio con la Strada del Conero, a sinistra c’è una casa rossa con un muro merlato, da cui parte una stradina, chiusa da un cancello, ma comunque accessibile ai pedoni; dopo alcune case, c’è il sentiero, sulla sinistra, che affaccia sugli Scogli Lunghi, che si possono raggiungere scendendo fino al livello del mare.

3. La spiaggia della Vena, che ha ispirato la “vena artistica” di fotografi, poeti e turisti non per caso. Accessibile dal sentiero che parte in località Pietralacroce da via Monte Venanzio (all’inizio della quale c’è l’Osteria del Baffo, vedi Il Conero incentro all’accoglienza p. 207): anziché imboccare il sentiero a sinistra per la Scalaccia, proseguite dritto, dove si trova una prima sbarra e poi una seconda, che lascerete a destra, per proseguire verso il sentiero della Vena, l’unico da quel lato che conduce al mare. La discesa è di circa un’ora di cammino, ed è allietata da punti panoramici e rudimentali, ma comode panchine per la sosta. Arrivati alla meta, la presenza di ciottoli la rende più praticabile rispetto alle altre spiagge incontaminate della zona: anche qui si aprono grotte private, ancora in uso, e anche qui si può godere di privacy e totale immersione nella natura marina. Vale la pena scoprirla anche solo per vedere, verso sud, la baia di Portonovo e, sullo sfondo, gli scogli delle Due sorelle.

4. La Scalaccia e la peschiera romana, antico allevamento di pesci. Dalla stessa via Monte San Venanzio un cartello indica il sentiero 313 del Parco del Conero che conduce alla Scalaccia. Durante il percorso soffermatevi ad ammirare il paesaggio, a cogliere erbe di stagione e ad annusare i fiori; per gli appassionati di birdwatching questo è un ottimo punto di osservazione. La spiaggia della Scalaccia è un posto unico non solo per il suo mare trasparente e pulito ma anche per le vasche della peschiera romana del I secolo d.C., che sono state riscoperte nel 2001. Le vasche, scavate nella roccia, sono collegate da canali: in uno di essi l’acqua del mare si mescola con l’acqua dolce proveniente da una vena che sgorga dal monte, attirando così diverse varietà ittiche.

5. La spiaggia della Vedova, o il rumore del mare. Lungo la SP1, nei pressi della storica Osteria della Vedova che ha dato il nome alla località, sulla destra si apre una strada sterrata senza sfondo, lungo la quale un cartello indica il sentiero 312: accessibile da un cancellino, si presenta agevole all’inizio, più impervio e con rudimentali scalette verso la fine; il percorso comunque è breve, circa un quarto d’ora a scendere e mezz’ora a risalire. Un altro modo più agevole di raggiungerla è dalla spiaggia della Vena proseguendo lungo la costa, verso sud. Immancabili le grotte, ormai assai lontane da quelle del Passetto; ancora visibili, proseguendo sempre verso sud, i casottini dei pescatori in una spiaggetta attigua, ma non più raggiungibile a causa delle frane. In quella direzione si vedono anche lo scoglio del Trave e le Mesole dei Campani, degli scogli sommersi paralleli al Trave. La magia di questo punto è riassunta in queste parole, scritte su un ramo: “Se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri sei nel posto giusto”. Sulla rupe soprastante è il monte dei Corvi, oggi splendido punto panoramico, che fu un’importante postazione bellica durante la Seconda Guerra Mondiale.